Riecco C’è Walter.
Nonostante i social media. Nonostante si pensi che i blog facciano ormai parte del passato remoto di Internet.
Eppure, su questa nuova fase rivoluzionaria del web, dove l’intelligenza artificiale sta cambiando le regole del gioco, lo spazio personale è un luogo da preservare e valorizzare. Perché il racconto pubblico di sé, quello utile, ha ancora bisogno di confini liberi e autogestiti, sebbene nel sistema algoritmico della rete.
Un microcosmo comunicativo dove, a dettare legge, è il suo admin e, perché no, dove puntare a una community interessata, nel bene o nel male.
Lo scopo è sempre lo stesso: lasciare tracce e permettere a chiunque voglia (internauti occasionali compresi) di seguirle, correggerle, approfondirle, su nome del tag principe: condivisione.
Una sfida vintage su un’attualità fatta di piattaforme altrui dove — mai dimenticarlo — sono sempre i proprietari a determinare i requisiti della libertà di manifestazione del pensiero: è Meta a decidere preventivamente cosa pubblicare o meno su Facebook, Instagram, ecc.; è Google a scegliere quale contenuto mettere su cima ai risultati delle ricerche; è TikTok a determinare la popolarità dei video nel feed, e così via.
su un blog, invece, che vive di vita propria, resiste ancora la libertà pura. Certo, poi sta al blogger diffondere il verbo altrove, con tutte le strategie del caso. Però un conto è distribuire il messaggio, un altro è avere la consapevolezza che non rischia di essere limitato dagli algoritmi degli spazi ospitanti (WordPress, infatti, non è una rete sociale ma un sistema di gestione dei contenuti).
Quindi, rieccomi. Vediamo che succede.